Ghiacciai che evaporano, pandemie zoonotiche e crisi economiche: società e natura si fondono in un futuro che non possiamo conoscere. Quali storie possono raccontare le nuove storie?
Oggi il nostro impatto sulla Terra è ormai talmente pervasivo che gli esseri umani possono considerarsi a tutti gli effetti una forza geologica: ma in che lingua parla, una forza geologica? Negli ultimi decenni molti dei teorici di questa lingua – scrittori, divulgatori, artisti in generale – hanno preferito ignorare questa incombenza. Nel corso del tempo, la Natura è stata consegnata alla Scienza, rimanendo preclusa alla Cultura. L
’abisso che oggi divide natura e cultura è il risultato di uno degli impulsi originari della modernità: una divisione e un rimosso che hanno portato al distacco degli scrittori dalle questioni scientifiche, degli intellettuali dalle questioni climatiche e, di riflesso, degli scienziati dal dibattito culturale.
Per millenni però, da quando viviamo su questo pianeta, raccontare storie si è rivelata la migliore strategia per tramandare il cosiddetto sapere condiviso, ovvero le istruzioni per l
’uso della vita – come vivere in armonia, più a lungo, mescolati al non umano. Ma l
’amore per la vita che ci circonda può bastare, quando ormai la matrice del mondo è inquinante? Sarà sufficiente raccontarci delle storie per sopravvivere?
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